Ci sono ponti che possono unire i popoli. Per costruirli “Tanto dipende da noi”.

Il 14 maggio, nell’ambito delle attività della campagna di sensibilizzazione sulle corrette pratiche di riduzione e raccolta differenziata dei rifiuti “Tanto dipende da noi”, promossa da AURI in collaborazione con FELCOS Umbria, si è svolto un secondo incontro di E-Twinning tra una delle classi umbre coinvolte nel percorso didattico e una di quelle palestinesi coinvolte nel progetto L.A.N.D. –  Local Authorities Network for sustainable Development. L’incontro è servito agli alunni per condividere i risultati dei loro lavori, ma il suo significato è andato ben oltre portando lo sguardo verso un mondo migliore a cui non rinunciamo di credere. A raccontarci quelle emozioni è Nicolle Mercado, studentessa colombiana dell’Università degli Studi di Perugia e tirocinante presso FELCOS Umbria.

 

«El mundo es un pañuelo» (Il mondo è piccolo) è un’espressione molto comune in spagnolo che significa che non è strano incontrare o conoscere qualcuno che ha un legame con noi. In questo senso, l’iniziativa di mettere in contatto classi di paesi, culture, situazioni e lingue diverse, come il programma E-Twinning, ci ricorda questa frase, perché è in questi spazi che le nuove generazioni trovano quei legami che dimostrano che, nonostante tutte le differenze, in realtà abbiamo molto in comune. 


 

L’iniziativa di E-Twinning è stata concepita come un ponte e scambio di buone pratiche ambientali tra classi ambasciatrici di due progetti: Tanto dipende da noi, promosso da AURI – Autorità Umbra Rifiuti e Idrico in collaborazione con FELCOS Umbria, condotto a livello regionale sulle corrette pratiche di riduzione e raccolta differenziata dei rifiuti, e il progetto L.A.N.D. Autorità Locali in Rete per Lo Sviluppo Sostenibile, promosso dall’Unione dei Comuni del Trasimeno e che coinvolge come partner in loco l’Associazione delle Autorità Locali Palestinesi (APLA), quattro Municipalità palestinesi e che si realizza con il supporto istituzionale e tecnico-scientifico dei partner regionali quali FELCOS Umbria, ANCI Umbria, Unione di Comuni Terre dell’Olio e del Sagrantino, Comune di Assisi, AURI – Autorità Umbra Rifiuti e Idrico, Trasimeno Servizi Ambientali. Quest’ultimo progetto ha l’obiettivo di sostenere il ruolo degli Enti locali palestinesi per l’elaborazione di strategie e politiche di sviluppo territoriale inclusivo e sostenibile.

Durante il primo incontro, il 30 aprile, ho avuto la fortuna di partecipare al collegamento E-Twinning tra una classe palestinese della Ni’Ilin Primary school e la classe 2B dell’Istituto Omnicomprensivo Rosselli-Rasetti di  Castiglione del Lago. L’incontro non è stato privo di difficoltà: la distanza non solo ha comportato alcuni problemi tecnici legati alla connessione Internet, ma ha anche reso necessario tenere conto del fuso orario e della disponibilità dei giovani studenti e studentesse (di età compresa tra i 12 e i 15 anni) e dei loro docenti.

Molti si chiederanno come sia stato possibile realizzare questo incontro con lingue così diverse, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa dall’uso dell’inglese dimostrato dagli studenti e studentesse, in particolare quelli di Castiglione del Lago, durante l’incontro e la presentazione che hanno condiviso con i loro compagni e compagne palestinesi, che in risposta si sono dimostrati più che entusiasti di presentare anche il club ambientale che hanno creato di propria iniziativa. Questo racconto è stato fatto con l’aiuto di una facilitatrice e traduttrice dall’arabo all’inglese affinché la classe e i suoi docenti responsabili in Palestina si sentissero completamente a loro agio e sicuri che non ci sarebbero stati problemi o confusione.

 

 

Tutti noi partecipanti abbiamo considerato il primo incontro un successo e un’esperienza importante di apprendimento, rimanendo impegnati e desiderosi di avere ancora più tempo per condividere durante un prossimo incontro.

Questo desiderio si è avverato per me, come membro del team FELCOS, e per la classe di Castiglione del Lago che il 14 maggio ha potuto incontrare nuovamente un’altra classe di studentesse palestinesi della Oqab Muftdi Secondary School for Girls della città di Awara, in una delle aree più compromesse nel conflitto, che ci hanno accolto con sorrisi ed entusiasmo sullo schermo dell’incontro virtuale.

Le ragazze erano accompagnate dalle loro insegnanti e durante la videochiamata alcune indossavano l’abito tradizionale delle donne di Awara, e un’altra anche il gilet del proprio club ambientale, tutte sorridenti e felici d’essere là con noi in quel momento. La loro attitudine così positiva mi ha colpito soprattutto quando, soltanto dopo, ho saputo che l’incontro era stato anticipato per il timore di un possibile attacco nella zona della scuola. 

Mai, in tutta la videochiamata, non ho visto paura né odio negli occhi delle ragazze e tanto meno nei loro sorrisi. In loro abbiamo percepito molto orgoglio quando hanno presentato i propri progetti ambientali: come avevano coltivato e piantato nel giardino della scuola dei fiori per abbellire gli spazi e piante che potevano anche servire da cibo. Nelle parole di un’alunna in particolare, l’orgoglio si manifestava nella volontà di mettere radici nella propria terra come forma di resilienza per ribaltare completamente il sentimento della “terra rubata”.

Oltre a rivendicare la terra nella forma più pura, le ragazze palestinesi hanno anche mostrato i progetti artistici che hanno realizzato con vecchi giornali e con il caffè utilizzato come inchiostro. Quando la classe di Castiglione ha chiesto loro quale possibile vocazione le attirasse per il futuro, molte hanno risposto con entusiasmo di voler diventare poetesse, accompagnando questa risposta con professioni come quella di dottoressa.

 

 

Alla fine è stata innegabile per tutti la felicità che le ragazze palestinesi hanno provato in questo spazio, le loro risate quando la classe di Castiglione del Lago ha alzato la voce all’unisono con la parola “Pizza!” in risposta alla domanda sul loro cibo preferito. Alcune ragazze si sono sentite così a loro agio in questo spazio da fare il grande passo e mettere da parte la traduzione ufficiale offerta per provare a parlare in inglese e avere un contatto ancora più diretto con i loro coetanei e coetanee italiani.

Alla fine non ho potuto fare a meno di pensare che le ragazze del secondo incontro e i ragazzi del primo non ci chiedessero nulla, per loro era la felicità più grande poter andare a scuola, stare con i loro amici, imparare, aiutare con i loro progetti e scoprire che c’è qualcuno in questo mondo che sembra aver dimenticato la loro nazione, che li vedi, parla con loro come ragazzi e ragazze normali che sono e che non dovrebbero mai smettere di essere.

Da questi incontri sono rimaste molte esperienze di apprendimento per garantire che in futuro altri possibili incontri siano ancora migliori, con una migliore gestione del tempo, maggiori garanzie tecniche e un uso più efficiente e dinamico degli strumenti tecnologici. Inoltre, abbiamo raccolto idee meravigliose come quella di creare un sistema di “amici di penna” tra le classi palestinesi e italiane, magari scambiando le buone pratiche tra i  progetti “L.A.N.D” in Palestina e“Tanto dipende da noi” in Italia come magari creare un giardino scolastico italo-palestinese.

Personalmente non posso che sentirmi grata per aver avuto la fortuna di far parte di questi due spazi così puri e belli. Concludo ringraziando FELCOS, i facilitatori, in particolare Moreno e Amal, la Association of Women’s Action for Training & Rehabilitation (AOWA), le scuole, la professoressa Capitani e, in particolare, le classi partecipanti in Palestina e a Castiglione del Lago (Italia); Colomba e Chiara di FELCOS, senza le quali tutto questo non sarebbe stato possibile.

 

 

Nicolle Mercado

Colombiana, tirocinante in FELCOS Umbria, studentessa dell’Università per Stranieri di Perugia.

 

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