Per un’economia sostenibile: Manifesto contro la disuguaglianza

Incremento dei beni relazionali e della cooperazione tra le istituzioni del territorio (pubbliche, private, non profit); maggiore integrazione tra università e mondo del lavoro; dinamica retributiva maggiormente correlata a produttività e competenze; corsi di laurea più professionalizzanti.

Sono queste le raccomandazioni che i giovani, iscritti al Corso di Laurea Magistrale in Economia e Direzione aziendale del dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Perugia (sede di Terni), hanno elencato e proposto nel “Manifesto contro la disuguaglianza”, realizzato nell’ambito del progetto “People Have the Power – attivarsi contro la diseguaglianza”.

Il Manifesto è stato presentato a Terni durante il Forum territoriale inscritto all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile – ASVIS, all’Assessore del Comune di Terni con delega alla Scuola e Servizi Educativi, Università, Ricerca e Formazione, Diritto allo Studio, Cooperazione Internazionale, Gemellaggi, Valeria Alessandrini.

Le proposte avanzate dai giovani, insieme agli interventi di Cristina Montesi, docente di Economia dell’Ambiente, e di Raffaele Federici, docente di Sociologia dei Processi Culturali e della Comunicazione, hanno favorito un dibattito costruttivo e interessante circa la necessità di ricongiungere etica ed economia, sottolineando il fondamentale ruolo che l’Economia civile può e deve svolgere nella risoluzione dei problemi legati alle varie forme della disuguaglianza.

Il Manifesto, che si ispira ai principi fondamentali dell’Economia Civile: uguaglianza, libertà e fratellanza,predilige una visione relazionaledella libertà, legata al riconoscimentodell’altro e alla ricerca del Bene altrui. Sono infatti i beni relazionali, come l’amore e l’amicizia, a favorire i legami sociali e a rendere felici gli uomini, creando fiducia, e dunque capitale sociale, indispensabile per il fluido funzionamento del mercato e per la coesione della società.

Al contrario di quanto sosteneva Adam Smith, il mercato è luogo di assistenza reciproca in cui perseguire felicità e benessere collettivi, favorendo minori disuguaglianze e maggiore equità tra cittadini.

Le raccomandazioni dei giovani invitano i decisori politici locali a favorire il Terzo Settore e a sostenere e promuovere imprese profit “civili” che, sul modello di Adriano Olivetti, lavorino per l’elevazione materiale, culturale, sociale del luogo e della comunità in cui operano.

Se è vero, come afferma Fritjof Capra, che “l’evoluzione di una società, compresa l’evoluzione del suo sistema economico, è strettamente connessa a mutamenti nel sistema di valori che è alla base di tutte le sue manifestazioni”, dobbiamo sperare che questi giovani con il loro sistema di valori siano i veri e moderni moltiplicatori di ricchezza.