In Kazakistan cala il sipario su Jailym ma lo spettacolo continua con Janartu

In Kazakistan il progetto Jailym è giunto alle sue fasi conclusive. Durante l’ultima missione che ha avuto luogo il 20 febbraio 2024, nella città di Esik, in un seminario organizzato nella Sede dell’Akimat alla presenza delle autorità locali, esperti, utilizzatori delle terre di pascolo e cittadini, sono stati presentati i risultati del progetto. Ora, il testimone passa al progetto Janartu, una continuazione di Jailym su scala geografica maggiore.

 

Una foto di gruppo durante il seminario conclusivo del Progetto Jailym

Quando la fine di un progetto coincide con l’inizio di percorsi inediti, quando intorno ad essi si formano nuove idee e capacità condivise, allora vuol dire che tutto quello che si è fatto non solo ha colto nel segno ma ha saputo andare oltre. Jailym, il progetto finanziato dall’Unione Europea e realizzato da FELCOS Umbria in partnership con ILS-LEDA, CNR-ISMed e le organizzazioni kazake AgroSoyuz e Farmer of Kazakhstan Foundation, con l’obiettivo di dare alle comunità locali del distretto Enbekshi-Kazakh della regione di Almaty strumenti e competenze per la gestione sostenibile dei pascoli, è giunto alle sue fasi conclusive.

Ad Esik, nella sede dell’Akimat provinciale, il 20 febbraio 2024 si è tenuto il seminario dedicato al “Ruolo degli Enti locali nella gestione dei pascoli nel contesto dei cambiamenti climatici e alla transizione verso economia circolare e allevamenti biologici”. All’evento FELCOS Umbria ha partecipato con il proprio Vicepresidente e Sindaco di Montecchio Federico Gori e con la Project manager Francesca de Paula, che hanno accompagnato autorità, piccoli allevatori e cittadini nel racconto dei principali e più importanti risultati raggiunti da Jailym:

la creazione di unioni di piccoli pastori e di un organismo multi-attoriale per la gestione partecipata dei terreni;

la condivisione di buone pratiche gestionali dei pascoli (anche sulla scia delle esperienze umbre di usi civici dei terreni demaniali e delle Comunanze agrarie);

l’installazione di infrastrutture comuni con le quali assicurare agli animali una miglior cura.

Durante l’evento, si è dato particolare risalto anche alla pianificazione di misure di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici e all’applicazione dei principi di economia circolare nell’allevamento biologico, grazie all’intervento del professor Alfonso Marino dell’Università Luigi Vanvitelli di Napoli ed esperto di ILSLEDA, così come ai requisiti di base per gli allevamenti biologici, con l’intervento del Presidente della Federazione kazaka per l’agricoltura biologica Evgeniy Klimov. Il Presidente di AgroSoyuz ha inoltre introdotto ai partecipanti il nuovo progetto Janartu che inizierà a breve e che rappresenterà una continuazione, su scala geografica maggiore, del progetto Jailym.
Nel progetto si è realizzato un incontro di competenze e idee che ha saputo esprimere di fronte alle sfide del cambiamento climatico una visione concreta di comunità capace, nel suo rapporto identitario con la propria terra, di dare prospettive di crescita sostenibile e di apertura al mondo. E noi non potevamo augurarci un esito migliore di questo.
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